RACCONTI SULLE STREGHE DI BENEVENTO

-La storia del gobbo e delle streghe racconta di un essere deforme, tornato al suo paese, bello e diritto, essendogli stata segata la gobba, dopo che, in viaggio, aveva smarrito la strada maestra, di notte, si era ritrovato nei pressi del noce di Benevento, intorno alla quale stavano allegramente ballando moltissime streghe, una delle quali lo invitò a danzare. Lo fece con tanta grazia e maestria, che le donne decisero di segargli, senza dolore, la gobba, e di sanare la ferita con un impiastro di marzapane.

Un altro uomo anche lui gobbo, invidioso per quanto accaduto al suo simile, si mise in viaggio e tanto girovagò, da ritrovarsi, anch’egli nottetempo, a Benevento, al raduno delle streghe. Sicché, invitato a ballare, si rivolse tanto sgarbatamente alle fattucchiere da provocare la loro risentita reazione. Fu così che gli venne appiccicata sul petto, la gobba in precedenza segata al suo simile, tanto che non gli restò altro che tornarsene al paese “gobbo di dietro e dinanzi”, dunque non con una ma con ben due gobbe.

- Si racconta che in passato, a Benevento, v’era un contadino turbato dal forte sospetto che sua moglie fosse una strega. Per sciogliere ogni dubbio, una notte, a letto, l’uomo fingendosi addormentato, si accorse che la moglie, destatasi, aveva preso da un cassetto un vasetto d’unguento e aveva cominciato ad ungersi, con quello, tutto il corpo. Dopo aver fatto ciò, l’uomo vide la donna che con grande velocità usciva dalla finestra volando. Il mattino seguente, il contadino pretese spiegazioni dalla donna, che messa alle strette confessò di essere una strega; il marito la costrinse a portarlo con sé al luogo stregato. Una volta giunti entrambi al noce, iniziarono danze e balli sfrenati a cui presero parte tutti i presenti. Finiti i balli, si tenne una lauta mensa; durante il banchetto, il contadino, ritenendo che il cibo fosse insipido, chiese del sale per insaporirlo ma appena lo condì, il sabba scomparve e il contadino si ritrovò solo e smarrito. Raccontò più volte ad amici e conoscenti l’episodio, ma nessuno volle mai crederlo.


-In passato,viveva un uomo. Una notte, svegliandosi di soprassalto scoprì l’assenza della moglie accanto a lui, nel letto. Credendola in giroper la casa, cominciò a cercarla ma invano. La notte seguente decise allora di spiarla;l’uomo si svegliò e vide che la moglie si stava spalmando il corpo con il contenuto di un’ ampolla spiccando così il volo uscendo dal balcone. La notte seguente, ormai consapevole che sua moglie fosse una strega, decise di sostituire il contenuto del vasetto con un’altra pomata. La moglie, come di consueto, si alzò e si iniziò a cospargere il corpo, ma invece di spiccare il volo una volta uscita dalla finestra, precipitò nel vuoto. E mentre ella si lamentava dolorante, il marito pronunciò la seguente frase: «meglio na mugliera zoppa che janara» (Meglio una moglie zoppa che strega).

 

-Si racconta che una volta, una strega,mentre ritornava dal noce dopo un sabba a cavallo della sua scopa, s’ imbatté nelle prime luci dell’alba, cosa temutissima dalle streghe, e mentre volava, la magia svanì e la donna cadde, con un tonfo, a terra. Nelle vicinanze stava vagando un giovane contadino che si spaventò alla vista della giovane ferita. Il contadino, capito che fosse una strega, fece per scappare, ma la bella fanciulla lo supplicò di aiutarla. L’uomo, impietosito, decise di caricarla in spalla e mentre la donna lo guidava, l’accompagnò fino a dove ella abitava. Si lasciarono con la promessa che se il giovane avesse mantenuto il segreto, la donna gli avrebbe indicato i luoghi in cui si celavano ricchi tesori. E cosi fu. Il contadino mantenne il segreto e divenne ricco e agiato.


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