NECRONOMICON: IL LIBRO MALEDETTO


Il Necronomicon, conosciuto come il “libro dei morti”, è stato scritto, secondo la leggenda, nel IX secolo d.C., da un poeta arabo, Abd al-Hazred, col nome originario di Al Azif, suono dell’Inferno, e non, come molti erroneamente sono convinti, da Howard Phillips Lovecraft . Il libro è un testo esoterico, tradotto in numerose lingue, considerato maledetto, capace di condurre alla follia chiunque ne venisse in possesso.
Sarà lo stesso Lovecraft, nella sua opera omonima, ad illustrare le origini del libro di Abd al-Hazred e di come egli fosse in grado di entrare in contatto con entità demoniache e avvalersi di loro per realizzare le sue ambizioni e i suoi desideri più reconditi.  In modo particolare, nel testo, sono presenti le invocazioni , le procedure e i simboli da tracciare necessari per evocare Yog-Sothoth e Chtulhu, le principali entità nella rosa demoniaca che riprenderà Lovecraft nei suoi racconti horror e fantascientifici.
Il libro folle, in mano agli occulti, poteva stravolgere le leggi della natura attraverso l’invocazione dei Grandi Antichi, che avrebbero scatenato l’inferno in terra.
Non si sa della veridicità dell’opera, sta di fatto che molte copie di essa, tradotte in diversi idiomi, sono presenti nelle principali biblioteche del mondo, tra cui la Biblioteca Vaticana che ne conserva due, di cui una in caratteri gotici.

Ascolta ciò che ti dice Abdul Alhazred:
gli Antichi Dèi han posto i Maledetti
in sonno. E chi manipola i sigilli
e i dormienti ridesta, è maledetto anch’egli.
E dico ancora: qui chiuse son le càbale
in cui s’asconde il torbido potere
d’infrangere i sigilli millenari
che serrarono Cthulhu e la sua orda.
Ho perso
tutta la vita per delucidarle.
La notte s’apre sull’orlo dell’abisso.
Le porte dell’inferno sono chiuse:
a tuo rischio le tenti. Al tuo richiamo
si desterà qualcosa per risponderti.
Questo regalo lascio all’umanità:
ecco le chiavi.
Cerca le serrature: sii soddisfatto.
Ma ascolta ciò che dice Abdul Alhazred:
per primo io le ho trovate: e sono matto.

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